martedì 19 novembre 2013

Qualche idea per la pausa pranzo ...


Qualche riga al volo sugli ultimi due locali visitati di recente ...



Universo Vegano 

Trattasi di una catena di self-service interamente dedicata ai vegani: tutto a base di frutta, verdura, seitan e tofu. Vanta svariati punti vendita in tutta Italia, ma qui a Torino è sbarcato in tempi relativamente recenti. La sede è in pieno centro, in un locale piccolissimo di una via altrettanto piccola dalle parti del mio ufficio. Ci sono stata già due volte ed ho stilato una lista di pro e contro che spero possa darvi un'idea precisa di ciò che vi attende ...

Contro:
  • la sede di Torino è molto piccola, il ché rende difficile consumare i pasti all'interno nell'ora di punta (13.00 - 14.00 circa). Anche lo spazio di lavoro del personale è piuttosto ristretto, quindi i tempi per il servizio si allungano molto;
  • non hanno il Bancomat. Non so se si tratta di un temporaneo disservizio o di una scelta precisa ... 
  • è possibile ordinare sia la piadina che il panino senza glutine. Durante la mia seconda visita ero in compagnia di una collega celiaca che ha ordinato la piadina, ma le è stato consegnato una sorta di piatto kebab con una piadina semi-distrutta al centro. Il responsabile si è giustificato imputando la colpa del disastro alla composizione delle piadine senza glutine (le stesse piadine senza glutine che altrove vengono servite completamente integre) ... Non è andata meglio col panino: sette euro per mezza pagnotta senza glutine farcita, davvero eccessivo.
Pro:
  • buon livello di pulizia;
  • personale gentile e paziente;
  • buon livello di scelta;
  • ingredienti freschi e saporiti. E' stato il mio primo seitan ... a discapito di quanto raccontato da alcuni amici vegetariani, non ha lo stesso sapore della carne. Il sapore è decisamente particolare, non saprei assimilarlo ad altri alimenti, ma è comunque molto buono;
  • accettano i ticket restaurant;
  • si può prenotare l'ordinazione al telefono e passare quindi a ritirare bypassando la coda.
Nel complesso, un 6


I frutti di Gaia (Via S.Francesco d'Assisi,14- Torino)

Ci passi davanti, butti l'occhio alla vetrina e la prima cosa che vedi è la montagna di frutta e verdura fresca. "Un ortofrutta", pensi. Ma l'idea di un ortofrutta in una via del centro di Torino, fra banche e librerie, suona bizzarra. E infatti, ad un secondo sguardo più attento, si colgono i tavolini in legno chiaro, gli sgabelli, il banco frigo. Altro self-service aperto da poco dedicato all'alimentazione bio. 
Il locale non è grandissimo ma, dato l'attuale flusso di clienti, i posti a sedere sono sufficienti anche nell'ora di punta. Sulle prime non è chiarissimo "l'iter" da seguire per poter ordinare, sembra quasi di stare in fila nella cucina della mamma, col responsabile iper-zelante che ti riempie di attenzioni ... confondendoti anche un po'. In realtà, molto semplicemente, si paga l'ordinazione alla cassa e poi si viene serviti. La scelta è maggiormente contenuta rispetto ad Exky, ma i prodotti sono di qualità. Meritano soprattutto le vellutate, cremose e dagli accostamenti originali (carote, zucca e latte di cocco, ad esempio), servite con crostini di pane all'olio e delle specie di micropizzette al formaggio. E i dolci ... vi dico solo che nel banco frigo troneggiano vassoi di muffin al cioccolato ripieni di crema vaniglia ...
Accettano ticket restaurant. 

Ci sono stata una sola volta, ma ci tornerò di sicuro. Voto 8.

venerdì 15 novembre 2013

Spezzatino veloce di pollo speziato


L'altra sera, complici le prime avvisaglie invernali (lo so che siamo in autunno, ma per la sottoscritta il freddo è sinonimo di inverno, sempre e comunque), m'è venuta una voglia irrefrenabile di gulash. E, guarda un po', giusto la settimana passata ho comprato all'Esselunga un barattolino di paprika forte. Per chi non lo sapesse, il gulash è un piatto tipico ungherese, una sorta di spezzatino estremamente sostanzioso e ricco di spezie. Pur non essendo mai stata in Ungheria (una delle mete possibili per le prossime vacanze), ne ho assaggiato di ottimo durante il mio breve soggiorno a Praga, qualche annetto fa. In genere si usa il manzo, ma io volevo una versione molto più "easy" e digeribile, perciò ho deciso di utilizzare il petto di pollo e di accompagnarlo ai peperoni ... trasformando il presunto gulash in uno spezzatino alla paprika :)

Ingredienti per 2 persone:

2 fette spesse di petto di pollo tagliate a tocchetti
1 peperone rosso
1 peperone giallo
1/2 cipolla bionda di medie dimensioni
1/2 spicchio d'aglio tritato
brodo vegetale
1 cucchiaio di paprika forte
8 semi di cumino
1 pizzico di cannella
1 rametto di timo (meglio ancora se timo limone)
olio d'oliva
sale

Preparate il brodo (avendo una certa fretta ho usato un dado vegetale) e "rinforzatelo" con la paprika non appena l'acqua inizierà a bollire. Nel frattempo, in una padella, fate soffriggere in due cucchiai d'olio la cipolla e l'aglio tritati insieme al cumino. Non appena la cipolla sarà imbiondita (se necessario, aggiungete un cucchiaio di brodo per evitare che bruci) unite il pollo e fatelo insaporire 4 minuti. Aggiungete quindi i peperoni puliti e tagliati a piccoli tocchetti, girandoli anch'essi qualche minuto. Salate e aromatizzate con le foglie di timo, quindi coprite con un mestolo di brodo e lasciate cuocere a fuoco lento sino all'assorbimento del liquido (lasciatene giusto un cucchiaio per rendere il piatto succoso). Quando i peperoni risulteranno morbidi, il piatto sarà pronto. Verso fine cottura potrete aggiustare di sale ed aggiungere un altro po' di paprika, a piacere. 


Scarpetta garantita :P

domenica 10 novembre 2013

Dahl di lenticchie rosse e chapati "maccaronico"


Qualche tempo fa ricevetti in regalo un buono da spendere da Rima, il mio pusher di belle arti torinese. Mai regalo fu più gradito: mi sono data alla pazza gioia ed ho acquistato tutto il necessario per cominciare ad inchiostrare a china i miei fumetti.


Ho approfittato della gita in centro per andare a caccia di spezie fra le botteghe di Porta Palazzo. Per chi si trovasse a Torino, si tratta di un quartiere storico che ospita il mercato all'aperto più grande d'Europa ed una miriade di negozi e negozietti d'ogni tipo, molti dei quali ricchi di prodotti etnici provenienti da tutto il mondo.



Ho trovato quasi subito il cardamomo ed i semi di senape che cercavo per il mio dahl di lenticchie rosse (zuppa speziata indiana a base di lenticchie. Lenticchie gialle denominate, appunto, "dahl". Si usano però spesso anche quelle rosse ... e guarda caso ne avevo un sacchetto a casa) ma ho scordato la farina ata (farina di frumento integrale) per i chapati (delle specie di piadine indiane molto morbide, cotte in padella), così mi sono arrangiata con un surrogato.


La ricetta della zuppa che ho seguito trae ampiamente ispirazione da qui, io ho giusto sostituito il tipo di lenticchie e aggiunto qualche spezia. La riporto per comodità :)

Dahl (2 persone):

150 gr. di lenticchie rosse già pronte (o 150 di dahl)
1 pomodoro di medie dimensioni
1 cipolla dorata
1/2 cucchiaino di curcuma
2 cm di zenzero fresco grattuggiato
1/2 cucchiaino di semi di senape
1/2 cucchiaino di semi di cardamomo (bisogna aprire la capsula ed estrarne il contenuto)
1 peperoncino piccante fresco
1/ cucchiaino di semi di coriandolo 
olio vegetale (io ho usato l'olio d'oliva)
sale
qualche foglia di coriandolo fresco

Ho sciacquato le lenticchie un paio di volte in acqua fredda. Le ho disposte all'interno di una pentola e coperto d'acqua. Ho aggiunto lo zenzero e metà della cipolla, tagliata a velo. Ho portato a bollore e cotto a fuoco lento per circa 35 minuti sino al raggiungimento di una consistenza cremosa. Durante la cottura ho aggiunto di tanto in tanto qualche mestolo d'acqua calda (consiglio di tenere sul fuoco anche un pentolino d'acqua) e regolato di sale.
In un padellino a parte ho fatto saltare per circa un minuto le spezie e i semi parzialmente tritati in olio (2 cucchiai). Ho aggiunto quindi l'altra cipolla, tagliata sempre molto sottile, ed il pomodoro a tocchetti privo di pelle e semi. Ho lasciato insaporire e restringere il sughetto, per poi versarlo nella zuppa. Ho impiattato e decorato con il coriandolo.


Per i chapati, riporto anzitutto la ricetta originale:

Per 14 chapati, mescolate 280 grammi di farina ata con poco sale. Unite gradualmente 250 ml di acqua sino ad ottenere un impasto sodo. Lavorate l'impasto su di un piano infarinato e coprite poi il panetto ottenuto, lasciandolo riposare per circa un'ora. Dividete poi l'impasto in 14 porzioni e stendete ognuno col mattarello, sino ad ottenere delle sorta di piadine. Ungete una padella antiaderente con poco olio e cuocete sino a doratura su ambo i lati [fonte: "Il grande libro della cucina asiatica"].

Io, che sono distratta e disorganizzata, ho impastato circa 260 gr. di farina bianca di grano tenero con 160 ml di acqua fredda salata ed un cucchiaio di olio di semi. Una volta ottenuta una palla liscia e abbastanza compatta, l'ho lasciata riposare una mezz'oretta in una ciotola coperta da un canovaccio. 
Ho ricavato dalla pasta 8 palline che ho poi steso con il mattarello su di un piano infarinato, cercando di dar loro una forma rotonda. 
Ho cotto le forme ricavate in padella antiaderente bollente. E comunque erano buonissime :P

sabato 2 novembre 2013

Torta soffice di ricotta fresca e cacao amaro al profumo d'arancia



Mia (quasinonproprio) suocera ama le torte tristi. Non c'è occasione che meriti una torta glassata, pannosa o semplicemente farcita con un po' di crema o marmellata. Dolci rigorosamente asciutti (che palle!). Ma, come si suol dire, de gustibus... Un paio di settimane fa abbiamo festeggiato il suo compleanno, perciò le ho preparato un dolce "dei suoi". Non volendo tuttavia arrendermi all'evidenza, ho deciso di cercare il compromesso preparando l'impasto con della ricotta fresca. Il risultato? Una torta asciutta ma soffice come un cuscino e deliziosa!



Ingredienti:

250 gr. di ricotta fresca
240 gr. di zucchero
3 uova
50 gr. di cacao amaro
90 gr. di burro fuso
100 gr. di farina 
la scorza grattuggiata di 1 arancia
1/2 fialetta di essenza alla vaniglia
1 bustina di lievito per dolci (meglio se vanigliato)
zucchero a velo

Aiutandovi con le fruste elettriche, mescolate la ricotta con lo zucchero sino ad ottenere una crema liscia. Aggiungete le uova, una alla volta, seguitando a mescolare con le fruste. Aggiungere il burro e, gradualmente, la farina mista al cacao. Mescolate ancora con le fruste per ottenere poco alla volta un impasto spumoso. Unite quindi l'arancia, l'aroma di vaniglia e, in ultimo, il lievito (ho incorporato quest'ultimo con una spatola di legno, mescolando delicatamente dal basso verso l'altro per incorporare aria).
Imburrate una teglia tonda (l'ideale è quella a cerniera), e rivestite il fondo con carta da forno. Per le dosi illustrate, io ho utilizzato una teglia da 27 cm. Se desiderate una torta più alta, riducete le dimensioni della tortiera, ma controllate la cottura (probabilmente servirà qualche minuto in più perché il dolce risulti cotto all'interno). Infornate a 180 gradi (forno già caldo) per circa 35 minuti. Consiglio, dopo mezz'ora di cottura, di verificare la consistenza con uno stuzzicadenti: dev'essere soffice ma, naturalmente, non bagnata o molliccia. 
Fate raffreddare la torta e decorate la superficie con una pioggia di zucchero a velo.